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Gli Anelli del Potere 1×03 – Adar

Ott 27, 2022
Gli Anelli del potere - Stagione 1 - Episodio 3

Trama

All’inizio dell’episodio si vede Arondir in catene, catturato dagli orchi e condotto al loro campo, dove viene gettato in una prigione nella quale sono presenti diversi uomini, ridotti anch’essi in schiavitù.
Dopo un breve tempo in cui gli è concesso di riprendere le forze, l’elfo viene condotto dagli orchi all’esterno e costretto ad unirsi all’attività del campo in cui si trova: scavare passaggi sotterranei per permettere agli orchi di raggiungere i villaggi umani evitando la luce del sole, che a loro da particolarmente fastidio.
Qui Arondir incontra tutto il resto della guarnigione elfica di cui faceva parte, catturati anch’essi dagli orchi mentre si apprestavano a lasciare la torre di Ostirith.

Un cambio di scena ci conduce sulla nave che ha salvato Galadriel ed Halbrand, i quali vengono rifocillati e condotti sull’isola di Númenor, il regno degli umani situato più ad occidente, una terra dove un tempo gli elfi erano i benvenuti ma che negli ultimi secoli ha visto le relazioni tra i due popoli inasprirsi e la presenza elfica svanire del tutto.

I due vengono condotti da Elendil, il capitano della nave che li ha salvati, al cospetto della regina reggente Miriel e dell’alto consigliere Pharazôn, i quali non si dimostrano benevoli nei confronti dell’elfa, dal momento che da molto tempo nessuno della sua specie mette piede a Númenor, e considerano la sua presenza un segno di sventura.
Galadriel tuttavia si mostra molto risoluta, e sfida apertamente la regina chiedendo una nave per poter raggiungere al più presto la Terra di Mezzo; la situazione viene risolta da un intervento diplomatico di Halbrand, che riesce ad ottenere 3 giorni di tempo mentre i númenóreani valutano la risposta da dare all’impropria richiesta appena presentata loro.

Nel campo degli orchi, gli elfi vengono costretti ad abbattere un albero, che sbarra la strada al proseguimento dei lavori per scavare il tunnel; l’alto custode Revion si oppone all’ordine e, come rappresaglia, l’orco-capo Magrot uccide l’incolpevole Médhor.
A questo punto interviene Arondir che abbatte l’albero, pur trattenendo a stento le lacrime, uscendo dalla voragine nella quale è stato confinato e rendendosi conto della desolazione del paesaggio circostante, devastato dai lavori degli orchi.

A Númenor Galadriel riesce ad eludere la sorveglianza delle guardie, per poi incontrare Elendil e recarsi con lui nel suo villaggio di origine, situato nella parte occidentale dell’isola, dove scopre in una antica biblioteca che il marchio di Sauron altro non è se non una mappa delle terre del sud, rappresentante un progetto di un nuovo regno da costruirsi per le forze del male.

Nel frattempo Halbrand si aggira per le vie della città, mostrandosi molto interessato all’attività dei fabbri númenóreani, ai quali desidererebbe aggregarsi. Le regole vigenti impediscono però a chi non faccia parte della gilda dei fabbri di poter forgiare l’acciaio, così l’uomo escogita uno stratagemma per rubare il sigillo (attestante l’appartenenza alla gilda stessa) ad uno dei fabbri, riuscendo apparentemente nell’intento.
Il furto viene però scoperto in breve tempo, e quattro númenóreani piuttosto alterati circondano Halbrand con la chiara intenzione di fargliela pagare.
L’uomo del sud prega i suoi aggressori di soprassedere, ma quelli in tutta risposta gli sferrano un colpo, così Halbrand reagisce e, inaspettatamente, riesce a sopraffare nettamente i quattro; a questo punto intervengono le guardie della città e lo imprigionano.

Nell’accampamento dei pelopiedi, mentre tutti si preparano all’imminente migrazione con canti e danze, Nori si introduce segretamente nel carro di Sadoc, cercando nel suo libro ragguagli sulla misteriosa costellazione cercata dallo straniero. La ragazza riesce nell’intento con l’aiuto di un diversivo fornitole da Poppy, trafuga una pagina con un disegno che rappresenta la costellazione e la porge al suo misterioso amico, il quale però si dimostra piuttosto maldestro avvicinandola al fuoco, con il risultato che la pagina si incendia e lo straniero viene scoperto da tutto l’accampamento. A questo punto Sadoc decide di punire Nori spostando il carro della sua famiglia in fondo alla carovana, posizione molto poco ambita perché da lì si corre il serio rischio di rimanere indietro, perdendo così ogni contatto con la propria gente.
L’infortunio di Largo non aiuta certamente la famiglia Brandipiede, che viene però aiutata dallo straniero, il quale si aggrega segretamente a loro e li ripaga dell’aiuto fornitogli da Nori, spingendo il carro e consentendo ai pelopiedi di rimanere a contatto con la carovana della propria gente.

Nella città dei númenóreani Elendil ha un confronto abbastanza acceso con i propri figli, Isildur ed Eärien, riguardo il futuro che li attende. In particolare viene messo in risalto il carattere del ragazzo, che mal sopporta il ruolo che suo padre ha ritagliato per lui (arruolato nella Guardia del Mare di Númenor), mentre il suo desiderio è quello di spingersi oltre, verso la Terra di Mezzo.
Galadriel intanto si reca da Halbrand, ancora imprigionato, mostrandogli un’antica pergamena che reca un sigillo identico a quello che l’uomo porta al collo: si tratta della prova che egli è il discendente della stirpe dei re delle Terre del Sud, ruolo che potrebbe legittimamente rivendicare. Galadriel tenta di convincere Halbrand a partire con lei, con lo scopo di liberare le sue terre dal male che ora le avvolge, e riscattare così entrambi il proprio lignaggio, ma l’uomo si mostra riluttante all’idea, ricordando come la sua stirpe abbia in passato stretto un patto con l’oscuro signore Morgoth.

L’episodio si conclude con un nuovo cambio di scena verso il campo degli orchi, in cui gli elfi organizzano una tentativo di fuga cercando di sfruttare a proprio favore la sensibilità delle creature alla luce solare.
L’espediente però non va a buon fine, perché gli orchi liberano un mannaro che riesce ad uccidere tutti i ribelli, ad eccezione di Arondir che, nonostante riesca ad abbatterlo, viene però infine catturato e condotto dal comandante dell’accampamento, il misterioso Adar.

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